L'antifascismo e il suo contrario 2023 by Luca Casarotti

L'antifascismo e il suo contrario 2023 by Luca Casarotti

autore:Luca Casarotti [Casarotti, Luca]
La lingua: eng
Format: epub
pubblicato: 2023-10-29T23:00:00+00:00


18. La favola narra anche di noi

Si scopre l’acqua calda dicendo che noi stessi cediamo alla seduzione di un passato mitico, o alla tentazione di fabbricarcene uno di comodo. Il bisogno di trovare un fondamento saldo alle nostre convinzioni, e il cercarlo dietro le nostre spalle, in ciò che ci ha preceduto, sono i più umani tra i sentimenti. Per questo l’uso politico della storia è antico quanto la storia stessa; non è un’eccezione contemporanea, né soltanto un volto del presentismo. «L’uso politico dei fatti storici [è] la regola», dice uno che non può essere sospettato di condividere le mie idee: Galli della Loggia. È vero semmai che, tanto più il presente è critico, quanto più si può far forte l’esigenza di trovare un senso nel passato. E su questo bisogno di senso può innestarsi il desiderio di una conoscenza veritiera della storia, non consolativa e non di comodo, così come può abbattersi l’uso malevolo del passato.

Che il nostro sia un presente critico, nel duplice senso che è un momento di crisi e di passaggio (di taglio, letteralmente), è fuori discussione: sempre per restare alle ovvietà, la pandemia di Covid-19, l’invasione russa dell’Ucraina e la crisi climatica sono eventi epocali: periodizzanti, come si suol dire. Sufficienti da soli a giustificare sia la sensazione di vuoto sotto i piedi nel presente sia, di conseguenza, la ricerca di un senso storico, che è senz’altro anche richiesta di un appiglio etico, valoriale, del nostro vivere associato.

Negli incontri a tema «uso pubblico della storia» si fa spesso questa domanda: «Sì, le bufale storiche circolano molto: ma come facciamo a insegnare alla gente, soprattutto ai giovani, a riconoscerle»? «Cioè come facciamo a interessare la gente alla storia, soprattutto i giovani e soprattutto alla storia contemporanea, di cui a scuola si parla poco o niente»? Se si continua a farla, vuol dire che la domanda non è banale. Ma è una domanda che può nascondere un equivoco: questo è un tempo senza storia, ma ciò non significa che la gente sia disinteressata alla storia.

Al 9 giugno 2023, quando ho scritto questa frase, il podcast italiano più ascoltato su Spotify era Chiedilo a Barbero, il format di Intesa Sanpaolo e Khora Media in cui lo storico e narratore piemontese risponde in un quarto d’ora alle domande degli ascoltatori. A lungo in cima alla classifica è rimasto il più celebre e longevo dei podcast con protagonista Alessandro Barbero, vale a dire la raccolta dei suoi interventi pubblici collazionata da Fabrizio Mele. Naturalmente il successo in rete riflette e alimenta il tutto esaurito agli incontri dal vivo a cui Barbero partecipa, come le annuali conferenze al Festival della mente di Sarzana. Un altro esempio quantitativo: la “trilogia della memoria” di Francesco Filippi, ossia i tre libri in cui questo studioso si occupa di smentire i luoghi comuni autoassolutori sull’eredità del fascismo e del colonialismo italiano, ad agosto 2023 ha superato le duecentomila copie vendute.

La risposta alla domanda sul che fare deve cominciare da questa presa di coscienza: la disponibilità del pubblico alla storia è tutto fuorché striminzita.



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